Chavez: morte di un popolano potente o di un potente populista?
"A mano a mano che mi raccontava la sua vita andavo scoprendo
una personalità che non corrispondeva affatto all'immagine di despota che ci
avevano trasmesso i media. Era un altro Chavez. Quale dei due era reale?
L'argomento chiave contro di lui durante la campagna
elettorale era stato quello del suo recente passato di cospiratore e golpista.
Ma la storia del Venezuela ha digerito ben altro. A cominciare da Romolo
Betancourt, ricordato - a ragione o senza - come il padre della democrazia
venezuelana...
...Alla fine, Chavez si ritrovò a trottare con i capitani
Felipe Acosta e Jesus Urdaneta fino a Saman del Guere…e lì ripeterono il
giuramento solenne di Simon Bolivar sul Monte Aventino.
"Nel finale, è chiaro, cambiammo qualcosa",
mi disse Chavez. Invece di "quando avremo rotto le catene che ci opprimono
inflitte dal potere spagnolo", dissero: "Fino a quando non romperemo
le catene che ci opprimono e opprimono il popolo per volontà dei potenti".
L'aereo atterrò a Caracas alle 3 del mattino. Dal finestrino
vidi la nebbiolina luminosa di quella città indimenticabile in cui ho vissuto
tre anni cruciali per il Venezuela, ma anche per la mia vita. Il presidente si
congedò col suo abbraccio caraibico e un invito esplicito: "Ci vediamo qui
il 2 febbraio".
Mentre si allontanava accompagnato da alcuni di quei
militari suoi compagni e amici della prima ora, mi venne l'impressione di aver
viaggiato e conversato con due uomini opposti. Uno a cui la sorte aveva offerto
l'opportunità di salvare il suo paese. E l'altro, un illusionista, che potrebbe
passare alla storia come un despota."
G.Garcia Marquez da Dossier Venezuela
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