Confini e dintorni
Confini geografici e culturali, tra lingue, forme e generi espressivi.
Tra realtà ed immaginazione.
Il confine traccia una separazione, ma allo stesso tempo invita al dialogo tra le parti vicine. Dovrebbe stimolare all’apertura, incoraggiare lo scambio e promuovere la reciproca fecondazione in una società che è addirittura arrivata a concepire il concetto di "non-luogo": uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico. Territori di transito, affollati crocevia, spazi di “passaggio” dell'umanità.
Luoghi senza memoria e privi di un’identità etnica.
Oggi alle migrazioni di massa, un fatto non nuovo nella storia dell’umanità, si affianca il rapido fluire delle immagini mass-mediatiche, creando un nuovo ordine di instabilità nella produzione delle espressioni soggettive e mettendo in crisi quelle teorie che continuano a basarsi sulla rilevanza dello stato nazionale come fattore chiave dei più rilevanti mutamenti sociali.
Non resta allora che utilizzare uno dei migliori strumenti che l’uomo abbia in suo possesso: gli occhi.
E osservare i confini. Indagarli e descriverli, cercarli e definirli in quei mutamenti sociali, politico-geografici, letterari, culturali e linguistici che vivono intorno a noi.
Provare insomma a essere non solo narratori ma anche sociologi del nostro tempo.
Tra realtà ed immaginazione.
Il confine traccia una separazione, ma allo stesso tempo invita al dialogo tra le parti vicine. Dovrebbe stimolare all’apertura, incoraggiare lo scambio e promuovere la reciproca fecondazione in una società che è addirittura arrivata a concepire il concetto di "non-luogo": uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico. Territori di transito, affollati crocevia, spazi di “passaggio” dell'umanità.
Luoghi senza memoria e privi di un’identità etnica.
Oggi alle migrazioni di massa, un fatto non nuovo nella storia dell’umanità, si affianca il rapido fluire delle immagini mass-mediatiche, creando un nuovo ordine di instabilità nella produzione delle espressioni soggettive e mettendo in crisi quelle teorie che continuano a basarsi sulla rilevanza dello stato nazionale come fattore chiave dei più rilevanti mutamenti sociali.
Non resta allora che utilizzare uno dei migliori strumenti che l’uomo abbia in suo possesso: gli occhi.
E osservare i confini. Indagarli e descriverli, cercarli e definirli in quei mutamenti sociali, politico-geografici, letterari, culturali e linguistici che vivono intorno a noi.
Provare insomma a essere non solo narratori ma anche sociologi del nostro tempo.
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