I crociati all'attacco della P.A.

LA7 Secondo appuntamento con Exit: il mondo del lavoro

Questa sera, lunedì 28 aprile, secondo appuntamento con Ilaria D'Amico e le inchieste di Exit.

Presentazione della trasmissione:

Seconda puntata interamente dedicata al mondo del lavoro. Nella prima inchiesta ci occupiamo di pubblico impiego. In Italia i lavoratori del settore pubblico sono 3 milioni e mezzo. I più assenteisti e improduttivi d'Europa secondo le classifiche. Per gli industriali la loro inefficienza ci costa un punto di Pil, 14 miliardi di euro. Ma sono davvero la zavorra italiana? E se è così, di chi è la colpa? Dei sindacati, dei dirigenti, della politica?

Ho visto la prima parte della trasmissione...
Speravo che una volta tanto si v
olesse affrontare il tema in modo serio e non stereotipato. Ho appena visto il materiale messo in onda. Sembra solo un assemblaggio dei peggiori luoghi comuni sulla P.A. che non è solo quella dei ministeri romani.
Lavoro da 26 anni in un ente pubblico nell'ambito del cosiddetto parastato. Il contratto di lavoro a partire dal DPR 346 del 1983 (!!) prevede una contrattazione in tegrativa basata sulla pianificazione e sul raggiungimento di obiettivi annuali di produttività quali-quantitativi. A tali obiettivi è collegato il conseguimento di una fetta di salario accessorio stimabile intorno al 25 % del salario lordo.
L'attestazione dei passaggi in ent rata ed in uscita avviene a mezzo badge elettronico dal 1985.
La richiesta e l'autorizzazione di qualsiasi assenza sia oraria che giornaliera avvengono mediante regist razione in procedura elettronica.
Risultano attivati tutti i sistemi di rilevazione della produttività, indici, rilevazione tempi e internal-audit.

Le assenze che nel servizio fate rientrare nel fenomeno "assenteismo" sono riconducibili a tutti i diversi istituti contrattuali di categoria (ferie, permessi retribuiti, congedi matrimoniali e per lutti familiari, norme di legge come la tutela della maternità, dell'handicap e ovviamente della malattia).
A differenza di quanto avviene ad esempio per un ricattabile lavoratore di una piccola fabbrica del nord-est, un lavoratore pubblico può non dover rinunciare ad esercitare questi diritti.

Per questo e per altre considerazioni che mai nessun servizio radiotelevisivo mi darà la possibilità di esporre, ritengo il servizio mandato in onda vergognoso e strumentale.

Voler rappresentare la generalità del pubblico impiego attraverso le sue degenerazioni equivale alla rappresentazione della biodiversità attraverso il cancro.

Qual'è lo scopo di una simile trasmissione? Si preparano tempi bui per il rinnovo del CCNL peraltro già scaduto?
A pensar male si fa peccato ma...

Un'ultima annotazione: il Prof. Ichino neocrociato antifannullone , altrimenti ordinario in una Università Statale, è considerab ile pubblico dipendente?

Se si, quale sarà il suo grado di asse
nteismo nel caso in cui eserciti tutte le prerogative di legge per assentarsi dal lavoro al fine di svolgere il mandato parlamentare al quale è stato appena eletto?

(commento appena inserito anche nel blog di Exit)

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