Teologia della superstizione

Oggi va in scena la spettacolarizzazione a reti unificate della religione.

A San Giovanni Rotondo l'ossimoro blasfemo della mistica alberghiera si sposa all'affarismo di piccolo cabotaggio del turismo parrocchiale.
E' solo l'ennesima affermazione di quella "teologia della superstizione" tanto cara alla Chiesa Romana e al suo Pontefice che calza Prada, troppo dediti all'amor profano per la ricchezza.

E così, con la riesumazione delle spoglie di un qualunque frate di Pietrelcina si seppellisce definitivamente la Teologia della Liberazione insieme con i resti di quella teorizzazione della "Chiesa dei poveri" che il Concilio Vaticano II aveva riportato sulla scena mondiale dopo sette secoli dalla regola Francescana.


Regola solo oscenamente richiamata dalla simbologia della colomba in cima alle colonne del principesco reliquiario carico di 600 kg di metalli e pietre preziose.

Ogni grammo di quell'oro, ogni argento, ogni pietra preziosa è un insulto agli ultimi della terra.
A quegli ultimi che non saranno mai primi ma nemmeno penultimi ex aequo, e ai quali ormai da tempo non rimane neppure l'oppiacea religiosa illusione.

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