Storia di babbani e mammane


Sotto le torri, il babbano studia da apprendista stregone, ma è nudo quando non è in televisione. È grasso ma non è questa la sua oscenità. Suda livore oscurantista dal palco. Lo fa con parole distillate con cura, prese in prestito dal bagaglio, sbia
dito ricordo di anni di studio dalle parti del Kremlino.
Ora è solo un muro valicato con disinvoltura nel corso di una vita da voltagabbana, dalle cortine alle cortigiane di ferro, dal femminismo alla mammana.
Ora vende le sue provocazioni prezzolate un tanto al chilo, per questo ingrassa. E' quasi ubiquo il pennivendolo quando firma il fogliaccio. Una mano sulla penna l'altra sulla pecunia.
Ma in mezzo alla folla si zittisce anche la sua vena parolaia. Le uova e i pomodori fitti come le ingiurie, annunciano il ritorno delle streghe. Prova a fare lo sfrontato, poi la magia non riesce, batte in ritirata.
Solo alla luce azzurrina di un lampeggiante trova sicuro riparo.
Un Pastore Tedesco gli lecca la mano.
E le mammane riconoscenti, lo benedicono dall'ombra dei portici.

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