Nessuna resurrezione per i clandestini


Anche il muro di omertà e d'indifferenza inizia a mostrare le prime crepe.

Le prime e informali ammissioni sull'esistenza di morti "clandestini" nelle case del centro storico dell'Aquila iniziano a filtrare grazie alla cocciutaggine di qualche isolato blogger.

Eppure basterebbe consultare
la lista ufficiale delle vittime pubblicata dal Dipartimento Protezione Civile per farsi venire qualche dubbio: percentuale di stranieri largamente inferiore alla media di coloro che vivono ufficialmente sul territorio nazionale.

Se aggiungiamo a questo che spesso le abitazioni degli immigrati sono quelle più vecchie e fatiscenti sia nei centri storici che nelle zone rurali, il dubbio prende più consistenza.

Rimane una sola certezza: nessuna resurrezione riporterà in vita nè loro, nè le vittime ufficiali già strumentalizzate dai funerali di quello Stato incapace di proteggere dall'irresponsabilità e dal malaffare i propri cittadini.


Commenti

Stefi ha detto…
E si! il dubbio viene tutto.
Ho dato un'occhiata alla lista ed in effetti i cognomi stranieri, per una che con i numeri c'ha una certa confidenza, sembrano un pò pochini sul totale...
sentivo ieri in tv (per quel che vale..) che gli stranieri si stavano organizzando in proprio per rintracciarsi e contarsi..pensa che sono diventati come "Garabombo l'invisibile" per le loro stesse ambasciate...
Infine non posso che fare mie le tue conclusioni.
Un caro saluto
Stefi

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