I governatori padani e il corpo della ragassa

I neo-eletti Presidenti di Piemonte e Veneto, Cota e Zaia entrambi leghisti, hanno rilasciato all'indomani delle elezioni ampie dichiarazioni con le quali affermavano che avrebbero cercato d'impedire in qualunque modo l'uso del metodo farmacologico (pillola ru486) al fine di praticare l'aborto, diritto sancito e regolamentato da una legge dello stato.

Dietro questo primo scontro istituzionale, embrione di future devolution e secessioni di fatto, si nasconde un idea del corpo della donna assolutamente integralista, che sostituisce al biblico "partorirai con dolore", il padano "abortirai con maggiori rischi e sofferenza".

Sarà stata l'idea della assoluta disponibilità del corpo femminile che ne traspare, o le assonanze dialettali che tra Piemonte e Veneto passano inevitabilmente per la Lombardia e il Po, ma mi hanno riportato alla mente il Dott. Quario e la sua visita alla ragassa Tirisìn prima di accoglierla in casa in qualità di domestica, nel bel romanzo di un padano doc quale era quel GioanBrerafuCarlo...

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E' impossibile" reagisce il professore
"Il tifo è come un brutto temporale con grandine: tu sei di campagna, saprai che sfracelli combina la grandine"
" Eppure..." tenta Tirisìn.
"Del resto" ammette l'altro, meglio così: ma voi donne siete strani animali: o sentite troppo o non sentite nulla di nulla.
Io scommetto l'onorario di un mese che qualche venetta rilevata, sulle pieghe dello sfintere, si può scoprire ad occhio nudo."
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"Ma vediamo il retto e la crenam ani. Adesso Teresa devi metterti gattoni: a la levrette, come dicono i franciosi: posa pure la faccia sul cuscino: ecco così". Con le due mani l'aiuta a disporre meglio i gomiti in appoggio.
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Passando una mano sulla vita di Tirisìn , arriva a tornirle i glutei, a divaricarle le gambe in modo che - come spiega- il suo esame sia più agevole.
Tirisìn è imbarazzata quanto basta: ma l'impudicizia delle vergini non è un'invenzione dei moralisti. Vista da tego, Tirisìn evoca al professore immagini così galeotte da indurlo a slacciarsi il colletto quasi con furore.
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"Però" ammette d'un tratto il professore, che sicuramente si è accorto di esagerare: "sai, Teresa, che avevi ragione tu? Non c'è ombra di vene rilevate o scoperte. Bene: sono contento per te. E naturalmente non è nemmeno coimplicata la pipina". Indice e pollice allontanano a sospresa le grandi labbra: Tirisìn compie un balzo in avanti che induce Binìn a esclamare: "oh , pora tosa!"
"Ohè" si inalbera il professore : "e la vescica, e i reni? Dov'è che finisce l'uretra, sotto l'ascella?


Da "Il corpo della ragassa" di Gianni Brera


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